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WORKAHOLISM

‘Workaholism’ è il termine con il quale ci si riferisce alla dipendenza dal lavoro, ovvero alla compulsione e all’incontrollabile bisogno di lavorare incessantemente.

Il primo ad usare questo termine, nel 1971, fu il medico e psicologo Wayne Oates, ma sembra che il fenomeno abbia avuto origine già a metà degli anni Quaranta del Novecento.

La tendenza ad attribuire un eccessivo valore al lavoro, infatti, iniziò a diffondersi subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, momento storico che vide affermarsi la cosiddetta ‘Società dei Consumi’, caratterizzata dal fatto che i cosiddetti beni secondari, non indispensabili alla sopravvivenza, diventino di importanza primaria.

In questo scenario, il lavoro diventa una parte sempre più importante della vita di una persona, in quanto indispensabile per il raggiungimento di uno stile di vita più dignitoso.

L’ambizione ad un salario elevato, determinante per poter beneficiare di un buon tenore di vita, stimolerebbe le persone a dedicare sempre più tempo e spazio mentale al lavoro, riducendo il tempo dedicato a sé stessi e ai propri affetti, con peggioramenti dello stato di salute psicofisica.

La workaholism presenta caratteristiche comuni alle altre dipendenze. Tra tali caratteristiche rientrano la trasformazione dell’umore, l’astinenza, il crescente numero di conflitti e difficoltà nelle relazioni interpersonali, la tendenza alla ricaduta, dopo fasi di apparente recupero, e l’insorgenza di pensieri ossessivi relativi, nel caso in esame, al lavoro, ricorrenti anche fuori dai luoghi e dai tempi previsti per l’attività lavorativa.

Fattori di rischio

La workaholism è una dipendenza cosiddetta ‘multifattoriale’.

L’insorgenza della workaholism sembra, infatti, dipendere tanto da fattori di rischio ambientali e sociali, quanto da fattori di rischio individuali.

Secondo alcune statistiche sono particolarmente predisposte alla dipendenza dal lavoro le persone con tratti personali ossessivo-compulsivi e di perfezionismo e coloro che vivono bassi livelli di autoefficacia in ambienti non lavorativi e alta efficacia in ambienti lavorativi.

I comportamenti di dipendenza dal lavoro, infatti, possono avere anche la funzione psicologica di evitare sentimenti negativi (strategia di coping), poiché allontanano la persona dalle aree della propria vita in quel momento non soddisfacenti e fonti di preoccupazioni e di pensieri.

Il suddetto impatto psicologico della dipendenza dal lavoro è confermato anche dalla correlazione negativa che la stessa presenta con l’elevata soddisfazione nei confronti della propria vita.

Secondo alcune statistiche, inoltre, le donne sembrano più predisposte ad essere vittime di questo tipo di dipendenza rispetto agli uomini.

Relativamente ai fattori di rischio ambientali e sociali, risultano più predisposte all’insorgenza della workaholism le persone che hanno vissuto in un contesto familiare disfunzionale, più propense a cercare tipologie di lavoro altamente stressanti, poiché abituate ad alti livelli di tensione e stress.

Tra i fattori di rischio ambientali rientrano anche la tecnologia e la diffusione degli smartphone, che hanno determinato l’assottigliamento dei confini tra contesto lavorativo e vita privata.

Determinanti, inoltre, sono l’ambiente aziendale e il clima organizzativo. Elevate richieste da parte del datore di lavoro, carichi di lavoro eccessivi e promozioni, come aumenti salariali, volte a coloro che lavorano eccessivamente e compulsivamente, infatti, determinerebbero lo stabilirsi del cosiddetto ‘overwork climate’, positivamente correlato con l’insorgenza della workaholism.

Conseguenze

La dipendenza dal lavoro riporta molteplici conseguenze sulla vita del/la workaholic, sia da un punto di vista lavorativo sia da un punto di vista personale.

Una delle conseguenze sociali più evidenti è il deterioramento dei rapporti interpersonali della persona come la rete familiare e amicale, determinato, oltre che dal poco tempo a disposizione da dedicare ad attività extra lavorative, anche dall’insorgere di difficoltà comunicative e dal minor coinvolgimento emotivo nei rapporti con la famiglia e/o con gli amici.

Inoltre, l’insorgere di una dipendenza dal lavoro altera la vita del lavoratore a causa della comparsa di ansia, depressione, elevati stati di stress psicologico, disturbo del sonno, irritabilità e le conseguenti manifestazioni psicosomatiche.

Conseguenze sul contesto lavorativo

La presenza di un dipendente workaholic riporta, inoltre, conseguenze anche sul contesto aziendale in cui è inserito. 

Nonostante i lavoratori che soffrono di workaholism risultino disposti a tutto per il bene dell’azienda, infatti, determinando una riduzione dei livelli di benessere fisico e psicologico, la dipendenza dal lavoro risulta positivamente correlata con l’incremento dei giorni di malattia richiesti, con l’aumento del numero di infortuni sul lavoro e con la percezione di una minore equità tra sforzo e retribuzione, oltre che nel confronto con i colleghi.

Il lavoratore o la lavoratrice dipendenti dal lavoro, inoltre, riportano difficoltà relazionali, non solo con familiari e amici ma anche con i colleghi.

Se l’assetto organizzativo premia i dipendenti affetti da workaholism, poiché più proattivi, offrendo loro promozioni e aumenti salariali, infatti, verranno conseguentemente penalizzati i lavoratori che utilizzano il proprio tempo in maniera efficiente e sana, bilanciando l’attività lavorativa con la propria vita privata. Ciò sembrerebbe ostacolare la costruzione di rapporti equilibrati tra colleghi, compromettendo l’efficacia del lavoro in team, a danno dell’azienda.

Trattamenti

Il supporto psicologico risulta fondamentale nel ricostruire uno stile di vita sano e bilanciato e nel riappropriarsi della capacità di regolazione delle proprie abitudini lavorative.

Efficienti nella buona riuscita del trattamento e nell’uscita dalla dipendenza dal lavoro sono anche i gruppi di auto-aiuto, dove i partecipanti possono condividere i propri stati d’animo senza sentirsi giudicati, ricercando, con il supporto dello specialista e degli altri membri del gruppo, le cause del proprio malessere e le possibili strategie di reazione.

Alcuni psicologi suggeriscono, inoltre, di affiancare alla terapia individuale anche una terapia familiare o di coppia, tesa a ricostruire i rapporti interpersonali danneggiati dall’eccessiva attenzione rivolta al lavoro e dalle ulteriori conseguenze della dipendenza dal lavoro.

Per ostacolare la diffusione della dipendenza dal lavoro, comune ad oggi anche tra gli adolescenti italiani, è importante che anche le aziende contribuiscano a rimuovere i rinforzi positivi dell’eccessivo lavoro, promuovendo uno stile di vita sano e bilanciato tra lavoro e vita privata.

Per saperne di più:

Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva (IPSICO)

Istituto A.T. Beck Terapia Cognitivo Comportamentale

AIAMC Associazione Italiana di Analisi e Modificazione

STATE OF MIND

Riviste digitali Erickson

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