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I Disturbi del Comportamento Alimentare: storia, dati e definizione

Con il mese di marzo inizia la Campagna di Sensibilizzazione dedicata ai disturbi dell’alimentazione e nutrizione promossa da Medí al fine di informare, prevenire e tutelare la salute, combattendo gli stereotipi e le discriminazioni che alimentano il silenzio e ostacolano la comprensione e la consapevolezza della realtà.

I disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano una sfida complessa per la salute mentale e fisica di milioni di persone in tutto il mondo. Caratterizzati da alterazioni patologiche del comportamento alimentare e da una percezione distorta del proprio corpo, i DCA includono anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata.

La storia dei Disturbi del Comportamento Alimentare

I disturbi del comportamento alimentare hanno radici profonde nella storia dell’umanità, attraversando secoli e culture diverse. Già nel Medioevo si possono osservare comportamenti legati al controllo del cibo, spesso interpretati in chiave spirituale. Ad esempio, Santa Caterina da Siena, vissuta nel XIV secolo, praticava digiuni estremi come forma di penitenza religiosa. Questi atti venivano visti come un’espressione di santità piuttosto che di disagio psicologico, ma alcuni studiosi li riconoscono oggi come manifestazioni di un proto-disturbo alimentare.

Nel XVII secolo, il medico inglese Richard Morton descrisse per la prima volta una condizione simile all’anoressia nervosa, definendola “consunzione nervosa“. Egli osservò giovani donne che, pur non presentando malattie evidenti, perdevano peso fino alla morte a causa di una “sofferenza mentale“. Questi studi rappresentano il primo tentativo di collegare l’alimentazione al benessere mentale.

Nel XIX secolo, il dottor William Gull, medico della Regina Vittoria, coniò il termine “anoressia nervosa“. In parallelo, il neurologo francese Charles Lasègue sviluppò un approccio clinico alla malattia, sottolineando l’importanza del contesto familiare e sociale. Questi pionieri posero le basi per il riconoscimento medico dei DCA come condizioni psichiche e non semplici anomalie comportamentali.

Nel XX secolo, i disturbi del comportamento alimentare iniziarono a ricevere maggiore attenzione, sia medica che culturale. Durante gli anni Sessanta e Settanta, il crescente culto della magrezza, amplificato da media e moda, contribuì ad un aumento significativo dei casi di anoressia e bulimia.

Le icone culturali del periodo rappresentavano un ideale di bellezza che premiava la magrezza estrema. Parallelamente, la psicologia e la psichiatria iniziarono a sviluppare approcci terapeutici specifici, riconoscendo il ruolo delle pressioni sociali, delle dinamiche familiari e dei fattori genetici nei DCA.

Negli anni Ottanta, la bulimia nervosa venne ufficialmente riconosciuta come disturbo psichiatrico nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-III). Questo riconoscimento segnò un passo avanti nella comprensione e nella diagnosi dei DCA, portando alla creazione di programmi di trattamento più mirati.

Con l’avvento del XXI secolo, la ricerca sui DCA si è ulteriormente ampliata, includendo lo studio delle influenze genetiche e neurobiologiche. L’impatto dei social media è diventato un elemento cruciale nell’analisi delle cause dei DCA, con piattaforme social che, purtroppo, spesso promuovono ideali irrealistici di bellezza e magrezza.

I dati dei DCA

A livello mondiale, i disturbi del comportamento alimentare colpiscono circa il 9% della popolazione, secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Questo dato evidenzia un problema in crescita, con tassi di prevalenza che variano significativamente tra le diverse regioni del mondo. In particolare, l’anoressia nervosa e la bulimia nervosa sono più comuni nei paesi occidentali, dove i modelli culturali enfatizzano un ideale di magrezza estremo, mentre il disturbo da alimentazione incontrollata è diffuso globalmente, con un impatto significativo anche nei paesi in via di sviluppo.

Negli Stati Uniti, i DCA colpiscono almeno 28 milioni di persone, secondo i dati dell’Associazione Nazionale dei Disturbi Alimentari (NEDA). Un elemento preoccupante è rappresentato dal fatto che l’età di esordio si sta abbassando, con casi diagnosticati in bambini di appena 9-10 anni. In Asia e Medio Oriente, il numero di persone affette da DCA è in aumento, complice la globalizzazione e l’influenza dei media occidentali.

Uno studio pubblicato su “The Lancet Psychiatry” nel 2021 ha evidenziato che l’impatto globale dei DCA è aumentato del 48% negli ultimi trent’anni, con un particolare incremento dei casi di disturbo da alimentazione incontrollata.

La pandemia da COVID-19 ha esacerbato il fenomeno, con un aumento del 25-30% delle richieste di aiuto per sintomi correlati ai DCA, attribuibile all’isolamento sociale, all’incertezza economica e alla maggiore esposizione ai social media.

La situazione in Italia

In Italia, i disturbi del comportamento alimentare rappresentano una vera e propria emergenza sanitaria. Si stima che oltre 3 milioni di persone ne siano affette, equivalenti al 5% della popolazione. Tra questi, circa l’8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi soffrono di anoressia o bulimia.

Il Ministero della Salute ha sottolineato come i DCA rappresentino la seconda causa di morte tra i giovani tra i 12 e i 25 anni, dopo gli incidenti stradali. Questa statistica drammatica riflette l’urgenza di interventi mirati per prevenire e trattare queste patologie. Nonostante ciò, esiste ancora una significativa mancanza di strutture adeguate e risorse dedicate, soprattutto nelle regioni del sud Italia.

Negli ultimi anni si è osservato un preoccupante aumento dei casi, con un’età di esordio sempre più precoce. Non è raro, infatti, che i sintomi si manifestino già nei bambini sotto i 12 anni.

La pandemia da COVID-19 ha aggravato ulteriormente la situazione, con un incremento del 30% dei casi segnalati, in particolare tra adolescenti e giovani adulti. Questo aumento è attribuibile a fattori come l’isolamento sociale, lo stress e l’aumento dell’uso dei social media durante i periodi di lockdown.

Un aspetto positivo è rappresentato dall’aumento della sensibilizzazione sui DCA negli ultimi anni, grazie a campagne di informazione promosse da organizzazioni come il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e associazioni come “Mi Nutro di Vita”. Queste iniziative mirano a ridurre lo stigma e a promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza della diagnosi precoce e del trattamento.

Definizione, sintomi e cause dei DCA

I disturbi del comportamento alimentare sono patologie psichiatriche caratterizzate da alterazioni significative nel rapporto con il cibo, che influenzano negativamente il benessere fisico, mentale e sociale. Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5), i DCA includono una gamma di comportamenti patologici che riguardano il controllo del peso e la percezione corporea.

Caratteristiche dei DCA

Nonostante le differenze specifiche tra i vari disturbi, i DCA condividono alcuni elementi comuni:

  1. Alterazione della percezione corporea: chi soffre di DCA spesso ha una visione distorta del proprio corpo, che risulta fondamentale nello sviluppo e nel mantenimento del disturbo.
  2. Comportamenti alimentari anomali: questi possono includere digiuno, restrizione calorica estrema, abbuffate, vomito autoindotto o uso di lassativi.
  3. Preoccupazione ossessiva per il peso e la forma fisica: la paura di ingrassare diventa una preoccupazione costante che condiziona la vita quotidiana.

Definizione dei DCA

  • Anoressia Nervosa: è caratterizzata da una restrizione volontaria e persistente nell’assunzione di cibo, portando a un peso corporeo significativamente basso rispetto a quello considerato normale per età, sesso e altezza. Chi ne soffre ha una paura intensa di ingrassare e una percezione distorta del proprio corpo, che può sembrare sovrappeso nonostante la magrezza evidente. Questo disturbo si associa a gravi conseguenze fisiche, tra cui osteoporosi, problemi cardiaci e insufficienza multiorgano.
  • Bulimia Nervosa: caratterizzata da episodi ricorrenti di abbuffate seguite da comportamenti compensatori come vomito autoindotto, digiuno o esercizio fisico eccessivo. Durante le abbuffate, chi soffre di bulimia consuma grandi quantità di cibo in un breve periodo di tempo, accompagnato da una sensazione di perdita di controllo. Questo disturbo può portare a gravi danni fisici, tra cui erosione dentale, squilibri elettrolitici e complicanze gastrointestinali.
  • Disturbo da Alimentazione Incontrollata (Binge Eating Disorder): si manifesta con episodi ricorrenti di alimentazione incontrollata, senza comportamenti compensatori. Questo disturbo è spesso associato a sovrappeso e obesità, aumentando il rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e altre condizioni legate all’eccesso di peso. A differenza della bulimia, nel disturbo da alimentazione incontrollata non si verificano episodi di vomito autoindotto o altre forme di compensazione, ma rimane un forte senso di colpa e vergogna associato agli episodi di abbuffate.
  • Disturbi della Nutrizione o dell’Alimentazione Non Altrimenti Specificati (OSFED): questa categoria comprende disturbi alimentari che non soddisfano pienamente i criteri diagnostici delle condizioni sopra elencate, ma che comportano comunque un impatto significativo sulla salute fisica e mentale. Tra questi troviamo, ad esempio, il disturbo restrittivo/evitante dell’assunzione di cibo (ARFID), caratterizzato da una forte avversione per specifici alimenti o consistenze, con conseguente carenza nutrizionale.
  • Pica: consiste nell’ingestione persistente di sostanze non commestibili, come carta, gesso, terra o sapone. Questo disturbo è più comune nei bambini, ma può verificarsi anche negli adulti, spesso in associazione con altre condizioni mediche o psichiatriche.
  • Disturbo da Ruminazione: caratterizzato dal rigurgito ripetuto del cibo, che può essere rimasticato, sputato o deglutito nuovamente. Questo comportamento non è dovuto a cause mediche gastrointestinali e può comportare malnutrizione.
  • Anoressia Atletica: non riconosciuta ufficialmente come categoria diagnostica, si riferisce a comportamenti estremi di controllo del peso e della dieta negli atleti, spesso combinati con allenamenti eccessivi, per migliorare le prestazioni o mantenere un certo aspetto fisico.

Cause dei DCA

Le cause dei disturbi del comportamento alimentare sono multifattoriali e comprendono:

  • Fattori Genetici: Studi suggeriscono che alcune persone possano essere geneticamente predisposte ai DCA, con alterazioni nei circuiti cerebrali che regolano fame, sazietà ed emozioni.
  • Fattori Psicologici: Tra questi si includono bassa autostima, perfezionismo e difficoltà nella gestione delle emozioni. L’ansia e la depressione sono frequentemente associate ai DCA.
  • Fattori Ambientali e Sociali: Le pressioni culturali e sociali verso ideali di magrezza, amplificate dai media e dai social network, giocano un ruolo cruciale. In particolare, i giovani sono esposti a modelli di bellezza irrealistici, che possono favorire lo sviluppo di comportamenti alimentari disfunzionali.
  • Eventi Traumatici: Abusi, traumi infantili o esperienze di bullismo legate al peso corporeo possono aumentare il rischio di sviluppare un DCA.
  • Fattori Biologici e Neurochimici: Squilibri nei neurotrasmettitori, come la serotonina e la dopamina, sono stati osservati in persone con DCA, suggerendo un ruolo significativo del sistema nervoso centrale nello sviluppo della malattia.

L’importanza di chiedere aiuto: contatti utili

Per chi soffre di un DCA o conosce qualcuno che ne è affetto, è fondamentale sapere a chi rivolgersi. Tra i riferimenti utili vi sono:

Riconoscere e affrontare un disturbo del comportamento alimentare è un percorso complesso, ma con il giusto supporto è possibile ritrovare il benessere fisico e psicologico. La prevenzione, la cura e il sostegno collettivo sono i pilastri per affrontare questa sfida e garantire un futuro migliore a chi ne soffre.

Letture consigliate:

  • “Il peso dell’Amore”, Leonardo Mendolicchio
  • “Prima di aprire bocca”, Leonardo Mendolicchio
  • “L’ultima cena. Anoressia e bulimia”, Massimo Recalcati
  • “La santa anoressia”, Rudolph M. Bell
  • “Elogio del fallimento. Conversazioni su anoressie e disagio della giovinezza”, Massimo Recalcati

Film da vedere:

  • Fino all’osso – To the bone.
  • Ragazze interrotte
  • Primo amore
  • Maledimiele
  • The Whale

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