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Disturbi del Comportamento Alimentare: approcci terapeutici e il lavoro nei centri specializzati

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) rappresentano una categoria di patologie complesse, caratterizzate da alterazioni del rapporto con il cibo e con il corpo, che spesso riflettono un disagio interiore più profondo.

Tra le figure più rilevanti nel panorama italiano dello studio e della terapia dei DCA troviamo il Dott. Leonardo Mendolicchio e il Dott. Massimo Recalcati, due professionisti che hanno elaborato approcci distinti ma complementari per affrontare queste problematiche.

L’approccio multidisciplinare nei Centri per DCA

I centri specializzati nel trattamento dei disturbi alimentari, come la Residenza Gruber di Bologna o l’Istituto Auxologico Italiano, adottano un approccio multidisciplinare che combina interventi medici, psicologici e nutrizionali. Questo modello è basato sulla collaborazione tra diverse figure professionali: psichiatri, psicologi, dietisti e, nei casi più gravi, medici internisti. La molteplicità delle competenze garantisce una visione globale della persona, fondamentale per affrontare le complesse dinamiche dei DCA.

Leonardo Mendolicchio, psichiatra e psicoanalista, sostiene che “nei disturbi alimentari, il corpo diventa il palcoscenico su cui si manifestano dolori, traumi e conflitti profondi”. Per questo motivo, l’intervento terapeutico deve partire da un ascolto empatico e attento della persona, per poi affrontare le radici del disagio.

Nelle strutture come l’Istituto Auxologico Italiano, il percorso terapeutico si articola in diverse fasi:

  • Valutazione iniziale: la diagnosi iniziale prevede un’analisi approfondita degli aspetti fisici, psicologici e sociali. Questo approccio permette di identificare i fattori scatenanti e mantenenti il disturbo.
  • Trattamento personalizzato: i percorsi sono modulati sulle esigenze del paziente, con programmi che possono essere residenziali, semi-residenziali o ambulatoriali. Ogni percorso tiene conto delle specificità del disturbo e delle condizioni cliniche della persona.
  • Terapia psicologica individuale e di gruppo: il lavoro psicologico affronta emozioni, traumi e conflitti sottostanti. Le terapie di gruppo, in particolare, favoriscono la condivisione e il sostegno reciproco.
  • Riabilitazione nutrizionale: l’intervento si concentra sull’educazione alimentare, aiutando il paziente a ricostruire un rapporto sano e consapevole con il cibo, allontanandosi da comportamenti disfunzionali.
  • Coinvolgimento della famiglia: il supporto familiare è un elemento chiave per il successo terapeutico, soprattutto nei pazienti più giovani. Le sessioni di terapia familiare lavorano per migliorare la comunicazione e creare un ambiente favorevole alla guarigione.

L’interpretazione psicoanalitica di Massimo Recalcati

Massimo Recalcati, psicoanalista e autore di numerosi testi sui DCA, enfatizza l’importanza di comprendere il significato simbolico dell’anoressia e della bulimia.

Secondo Recalcati, questi disturbi rappresentano una forma di protesta contro il desiderio dell’Altro, ovvero contro le aspettative sociali, familiari e culturali che gravano sull’individuo. “L’anoressia non è solo un rifiuto del cibo, ma un rifiuto radicale del desiderio dell’Altro”.

Recalcati sottolinea che i DCA non sono semplicemente disordini alimentari, ma il segnale di una crisi dell’identità e del desiderio. L’anoressia, in particolare, è vista come una negazione della vita stessa, un tentativo di annullamento che passa attraverso il corpo. La bulimia, invece, rappresenta un’oscillazione violenta tra desiderio e rifiuto, dove il cibo diventa simbolo di un vuoto esistenziale che non riesce ad essere colmato.

Il trattamento psicoanalitico proposto da Recalcati mira a riportare il paziente a riconnettersi con il proprio desiderio autentico, a rielaborare i conflitti irrisolti e a costruire una narrazione coerente di sé. La terapia diventa un percorso per scoprire un modo diverso di stare al mondo, senza che il corpo debba essere il campo di battaglia del disagio interiore.

Il lavoro nei centri: dall’accoglienza alla guarigione

Il lavoro nei centri specializzati è organizzato in modo da garantire un’accoglienza calorosa e non giudicante. Ogni paziente viene seguito da un’équipe che lavora in sinergia per affrontare sia gli aspetti fisici che quelli emotivi del disturbo.

Presso la Residenza Gruber di Bologna, supervisionata da Massimo Recalcati, l’approccio terapeutico si focalizza sulla relazione. Ogni paziente è coinvolto in terapie individuali che approfondiscono il vissuto personale e in terapie di gruppo che favoriscono la condivisione e la costruzione di legami. Accanto a queste attività, i laboratori espressivi, come l’arte terapia e la scrittura creativa, offrono spazi alternativi per elaborare emozioni difficili.

Leonardo Mendolicchio, invece, evidenzia l’importanza della costruzione di una “relazione terapeutica forte” come base del processo di cura. Nel suo approccio, il rapporto con il terapeuta diventa un luogo sicuro dove la persona può esplorare il proprio dolore e iniziare a immaginare un futuro diverso. Nei centri che coordina, come l’Istituto Auxologico Italiano, l’attenzione è rivolta anche alla rieducazione alimentare, con percorsi che insegnano a nutrirsi in modo consapevole e rispettoso del proprio corpo.

Un aspetto distintivo di questi centri è la continuità della cura: i pazienti sono seguiti anche dopo la fine del trattamento residenziale, con percorsi di follow-up che monitorano i progressi e prevengono le ricadute.

La percezione del sé nei pazienti con DCA

Un elemento centrale dei DCA è l’alterazione della percezione del sé.

Le persone che soffrono di tali disturbi vedono il proprio corpo in modo distorto. Questa distorsione è il riflesso di un disagio più profondo legato all’identità e al valore personale.

Questa sofferenza interiore, spesso legata ad esperienze di abbandono, rifiuto o pressioni eccessive, non è solo un problema di immagine corporea, ma sintomo di una ferita più profonda che coinvolge la percezione di sé e il valore che la persona attribuisce alla propria esistenza.

Leonardo Mendolicchio sottolinea che “il processo di guarigione passa attraverso una riappropriazione del proprio corpo come luogo della vita e non come oggetto di controllo”.

Nei centri specializzati, quindi, vengono proposti interventi che mirano a migliorare l’immagine corporea e a promuovere l’accettazione di sé attraverso tecniche di mindfulness, arte terapia e dialogo terapeutico. La mindfulness, in particolare, è utilizzata per aiutare le persone a sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio corpo e delle proprie emozioni, riducendo l’autocritica e il senso di colpa.

Conclusioni

l trattamento dei disturbi del comportamento alimentare richiede un approccio integrato che consideri la persona nella sua globalità: corpo, mente e relazioni. La collaborazione tra diverse figure professionali permette di affrontare non solo i sintomi evidenti, ma anche le radici profonde del disagio, favorendo un percorso di guarigione che coinvolge tutti gli aspetti della vita della persona.

Gli studi e le pratiche di Leonardo Mendolicchio e Massimo Recalcati rappresentano due pilastri fondamentali in questo campo. Mendolicchio, con il suo approccio multidisciplinare, mette in luce l’importanza di una visione globale e concreta della persona, dove il lavoro di équipe e la continuità terapeutica sono strumenti essenziali per costruire un futuro libero dai vincoli dei disturbi alimentari. Recalcati, d’altro canto, offre una chiave interpretativa che va oltre l’aspetto fisico, indagando le dinamiche psichiche e relazionali che alimentano i disturbi. La sua prospettiva psicoanalitica aiuta a dare un senso al dolore e a ricostruire un’identità ferita.

Attraverso percorsi personalizzati, una relazione terapeutica empatica e un sostegno che si estende nel tempo, i centri specializzati diventano un luogo dove il corpo e la mente trovano finalmente spazio per guarire. L’obiettivo comune di questi approcci è restituire alla persona la possibilità di vivere in armonia con sé, riscoprendo il valore della propria esistenza e del proprio desiderio.

L’importanza di chiedere aiuto: contatti utili

Per chi soffre di un DCA o conosce qualcuno che ne è affetto, è fondamentale sapere a chi rivolgersi. Tra i riferimenti utili vi sono:

Riconoscere e affrontare un disturbo del comportamento alimentare è un percorso complesso, ma con il giusto supporto è possibile ritrovare il benessere fisico e psicologico. La prevenzione, la cura e il sostegno collettivo sono i pilastri per affrontare questa sfida e garantire un futuro migliore a chi ne soffre.

Letture consigliate:

Film da vedere:

  • Fino all’osso – To the bone.
  • Ragazze interrotte
  • Primo amore
  • Maledimiele
  • The Whale

Per saperne di più:

Food for mind

Ministero della Salute

Jonas

Residenza Gruber

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