Ogni anno, il 10 settembre, si celebra la Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema spesso ancora troppo silenzioso, ma drammaticamente presente: il suicidio.
Questa giornata rappresenta un momento fondamentale per riflettere sulle cause, i numeri e soprattutto sulle strategie di prevenzione, con l’obiettivo di salvare vite umane e offrire supporto a chi vive nel dolore.
Il quadro italiano e globale
Il suicidio è una delle principali cause di morte prematura nel mondo. Secondo i dati più recenti dell’OMS aggiornati al 2024, ogni anno nel mondo circa 700.000 persone si tolgono la vita, con un tasso globale di circa 9,0 suicidi ogni 100.000 abitanti.
In Italia, il fenomeno riguarda circa 4.000 persone all’anno, con un’incidenza più alta tra gli uomini (circa l’80%) rispetto alle donne, e una particolare vulnerabilità nelle fasce di età più adulte, anche se non mancano casi tra giovani e adolescenti (Istat, 2024).
Il tasso italiano si attesta attorno a 6,1 ogni 100.000 abitanti, leggermente inferiore alla media europea, ma con differenze territoriali significative.
Le cause complesse e multifattoriali
Il suicidio non è mai un atto isolato o semplice da spiegare. Dietro ogni statistica c’è una storia personale complessa, fatta di sofferenza psicologica, sociale, economica. Tra i fattori di rischio più rilevanti si annoverano:
- Disturbi psichiatrici (depressione, disturbi d’ansia, schizofrenia)
- Eventi traumatici o stressanti (perdita di lavoro, lutti, relazioni difficili)
- Isolamento sociale e mancanza di supporto
- Dipendenze da sostanze
- Difficoltà economiche e sociali, soprattutto in contesti di crisi.
In Italia, il Covid-19 e le conseguenti crisi economiche hanno aggravato molti di questi fattori, aumentando i casi di depressione e disagio psicologico.
Prevenzione: una sfida possibile e urgente
La prevenzione del suicidio richiede un approccio multidimensionale, che integri interventi sanitari, sociali e culturali. Negli ultimi anni, l’Italia ha fatto passi avanti importanti:
- Rafforzamento dei servizi di salute mentale: Ospedali, centri di ascolto e strutture territoriali sono stati potenziati, con particolare attenzione ai giovani e alle fasce più fragili.
- Campagne di sensibilizzazione: Progetti come “#Parliamone” e “Telefono Amico” hanno contribuito a rompere il silenzio intorno al suicidio, offrendo spazi di dialogo e aiuto.
- Formazione per operatori: Medici, insegnanti e forze dell’ordine ricevono sempre più formazione per riconoscere segnali di rischio e intervenire tempestivamente.
Tuttavia, resta ancora molto da fare. La prevenzione deve diventare un impegno quotidiano di tutta la società, con politiche integrate che coinvolgano scuole, lavoro, famiglie e comunità.
Il ruolo della società e della cultura
Spesso il suicidio è circondato da stigma, paura e incomprensione. Parlarne apertamente è il primo passo per costruire una cultura della prevenzione e del rispetto.
I media hanno un ruolo cruciale nel trattare il tema con responsabilità, evitando sensazionalismi che possono avere effetti controproducenti.
Inoltre, va sottolineata l’importanza di promuovere il benessere psicologico come parte integrante della salute pubblica, con investimenti in programmi di educazione emotiva e resilienza.
Cosa possiamo fare, oggi e domani
Ognuno di noi può fare la differenza:
- Ascoltare senza giudicare: un gesto semplice che può salvare una vita.
- Informarsi e riconoscere i segnali: cambiamenti di comportamento, isolamento, espressioni di disperazione.
- Sostenere e indirizzare verso aiuto professionale: non sottovalutare mai richieste di supporto.
- Promuovere ambienti inclusivi e solidali: a scuola, al lavoro, nella comunità.
Le istituzioni devono investire in strutture di supporto, formazione e campagne di prevenzione, mentre le aziende e le scuole possono integrare programmi di benessere mentale nei propri spazi.
Conclusione
La Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio è molto più di una ricorrenza: è un richiamo a non voltare lo sguardo, a riconoscere che dietro ogni numero c’è una vita, una storia che merita attenzione e cura.
Come ha detto Viktor Frankl, psichiatra e sopravvissuto all’Olocausto:
“Quando non possiamo più cambiare una situazione, siamo sfidati a cambiare noi stessi.”
Prevenire il suicidio significa costruire una società che non lascia indietro nessuno, che fa della solidarietà, dell’ascolto e del rispetto la sua forza.
Se sei in difficoltà, o se conosci qualcuno in difficoltà, puoi contattare:
📞118 – Emergenza sanitaria/Ambulanza/Soccorso sanitario
📞199 284 284 – Telefono Amico
📞19696 – Telefono Azzurro
📞800 01 11 10 – Helpline Telefono Giallo
📞114 Emergenza Infanzia
📞112 – Numero di emergenza Unico Europeo