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Arte e benessere: il welfare culturale

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute come “lo stato di completo benessere fisico, mentale e sociale.”

Secondo quanto sostenuto dall’OMS, lo stato di salute risulta fortemente influenzato dall’ambiente in cui ogni persona è immersa ogni giorno. Alla dimensione fisica, fortemente collegata al significato comune di ‘salute’, si affianca la dimensione esperienziale della vita di ognuno, rendendo la promozione della salute una responsabilità non più esclusiva del settore sanitario, ma afferente a una varietà di ambiti connessi alle molteplici determinanti del benessere psicofisico.

Questa definizione trova il suo fondamento nell’approccio olistico alla persona proprio del modello biopsicosociale. Tale modello, elaborato nel 1977 da George Engel, chimico e medico statunitense, considera tra gli ostacoli alla salute, oltre agli aspetti biologici, anche quelli psicologici e sociali, chiarendo la natura multidimensionale, multifattoriale e dinamica del concetto di salute.

Secondo questo approccio, anche l’espressione e la partecipazione culturale diventano, parti fondanti del benessere, dando vita al cosiddetto ‘Welfare Culturale’.

Il welfare culturale e i suoi benefici

Per ‘welfare culturale’ si intende un “modello integrato di promozione del benessere e della salute degli individui e delle comunità attraverso pratiche fondate sulle arti visive, performative e sul patrimonio culturale” (Cicerchia, 2021).

Alcuni studi, infatti, hanno dimostrato l’impatto positivo che le attività culturali esercitano sulla salute e sul benessere individuale e collettivo, contribuendo anche alla prevenzione.

La partecipazione ad attività culturali, inoltre, favorisce l’inclusione sociale e mitiga le disuguaglianze, promuovendo la cultura dell’accessibilità e dell’inclusione e stimolando parallelamente la crescita personale e collettiva.

Il ruolo della partecipazione e dell’espressione culturale nella promozione del benessere generale è confermato anche da uno studio rivoluzionario pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità a fine 2019.

Altri studi condotti negli USA e nel Regno Unito tra il 2017 e il 2022 sottolineano come i benefici del coinvolgimento in attività artistiche e culturali riguardino tutte le fasi di vita di una persona. Se nella fase dell’infanzia e della prima adolescenza, la partecipazione culturale incide sull’iperattività e sulla disattenzione, stimolando l’autocontrollo, negli adulti

il coinvolgimento in attività artistiche e culturali può stimolare la regolazione emotiva, migliorando il benessere e la salute mentale. Nelle fasi di età più avanzate, infine, la partecipazione culturale sembra garantire un rallentamento del declino cognitivo, il miglioramento della percezione dell’invecchiamento e il rafforzamento della salute fisica e della mobilità, riducendo fragilità e dolori cronici.

In un Paese come l’Italia, dove il fenomeno dell’invecchiamento demografico è sempre più presente, una strategia di welfare culturale potrebbe rappresentare un sollievo importante da affiancare alle forme assistenziali già diffuse. Oggi, infatti, la popolazione italiana over 65 rappresenta più del 25% del totale e tale quota, secondo i dati Istat, aumenterà di più del 10% entro il 2050.

La diffusione della pandemia da Covid-19, inoltre, ha dato voce a numerosi disagi psicologici, con conseguenti ripercussioni fisiche, anche in persone di età adulta o adolescenziale, o addirittura nei bambini. Anche in questo contesto, la partecipazione culturale potrebbe fornire un supporto utile e di valore, promuovendo la prevenzione e mitigando alcuni dolori cronici, in alcuni casi legati a disagi psicologici quali ansia e stress. Tale supporto contribuirebbe a generare benessere nella popolazione coinvolta, contenendo conseguentemente i costi pubblici legati alla salute.

La promozione di iniziative culturali determinerebbe inoltre vantaggi in termini di sviluppo, dando vita a nuovi servizi e quindi a nuove figure professionali.

Alcuni esempi di welfare culturale

Uno degli esempi di iniziative di welfare culturale presenti sul territorio italiano è offerto dalla Batibōi Gallery, sita a Cles, in provincia di Trento, che nasce con l’obiettivo di dare vita a un centro culturale che contribuisca alla crescita sociale del territorio, attraverso percorsi nati dalla collaborazione tra istituzioni, operatori culturali e cittadini. Con la diffusione della pandemia da Covid-19, infatti, una delle maggiori fonti di disagio psicologico è rappresentata dal senso di isolamento. In questo contesto, la partecipazione ad attività culturali emerge come un valido supporto e aiuto. L’arte e la cultura, infatti, non sono solo piaceri estetici ma anche potenti strumenti per migliorare la salute e il benessere delle persone, stimolando anche la resilienza emotiva, utile per affrontare periodi di difficoltà.

Un altro esempio è rappresentato dai Musei Toscani per l’Alzheimer, impegnati in un progetto volto allo sviluppo di attività culturali dedicate a persone con demenza e ai loro caregiver. Sono numerosi, infatti, gli studi che ritrovano nell’arteterapia uno strumento efficace nella cura e nell’assistenza di pazienti con danni cerebrali gravi e demenze.

Nata in Canada, la museoterapia risulta essere una valida alternativa non farmacologica per gestire patologie croniche come l’Alzheimer e il Parkinson.

Un terzo esempio è fornito dal progetto ‘Danzare con il Parkinson’, promosso a Bassano del Grappa nel 2013, con l’obiettivo di creare, attraverso l’uso della musica, ambienti di supporto, ascolto, comprensione e integrazione per le persone affette da questa malattia degenerativa e per coloro che se ne prendono cura.

Il contributo positivo dell’arte e della cultura nel benessere generale delle persone e della collettività è confermato anche dalle neuroscienze, che dimostrano come le attività culturali stimolino aree cerebrali specifiche, con conseguente riduzione dello stress, miglioramento dell’attenzione e aumento della connessione emotiva.

Fonti e link utili per saperne di più o per approfondimenti:

PERCORSI DI SECONDO WELFARE: Batibōi: il welfare culturale come leva di inclusione e sviluppo sociale

I LUOGHI DI CURA: La cultura come risorsa di ben-essere. Welfare culturale, una definizione di campo

SYMBOLA: Cultura, creatività e benessere: verso un welfare culturale

THERAPYSIDE: Benefici dell’arte sul benessere emotivo

FONDAZIONE PATRIZIO PAOLETTI: Da dove nasce la sinergia tra arte e salute? Il potenziale terapeutico dell’arte e della cultura

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