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Giornata Mondiale della Salute Mentale

1. Origine e obiettivi

La Giornata Mondiale della Salute Mentale, conosciuta a livello internazionale come World Mental Health Day, si celebra ogni anno il 10 ottobre.

Istituita nel 1992 dalla World Federation for Mental Health (WFMH), questa ricorrenza si pone l’obiettivo di promuovere la consapevolezza globale sui problemi di salute mentale e di mobilitare sforzi a favore del benessere psicologico.

La WFMH, fondata nel 1948, ha sempre perseguito la missione di migliorare le condizioni di vita delle persone con disturbi mentali e di ridurre lo stigma associato.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sostiene ufficialmente la giornata, collaborando alla definizione di temi annuali e alla diffusione di materiali informativi.

L’obiettivo principale della giornata non è solo quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, ma anche di influenzare positivamente le politiche sanitarie nazionali e internazionali, promuovendo un accesso equo ai servizi di salute mentale.

In molti Paesi, questa ricorrenza è diventata un’occasione per organizzare conferenze, eventi pubblici, laboratori e iniziative che coinvolgono scuole, università, aziende e istituzioni sanitarie.

2. Temi e messaggi chiave nel tempo

Fin dalla sua istituzione, la Giornata Mondiale della Salute Mentale ha adottato ogni anno un tema specifico, con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione su aspetti particolari della salute mentale e sulle sfide più rilevanti in un determinato periodo storico.

Il primo tema, nel 1994, fu “Migliorare la qualità dei servizi di salute mentale in tutto il mondo”, a testimonianza della volontà di agire non solo sulla consapevolezza, ma anche sulla concretezza dei servizi offerti.

Negli anni successivi, i temi affrontati hanno incluso la salute mentale degli adolescenti, la prevenzione del suicidio, l’inclusione sociale e, più recentemente, il legame tra salute mentale e lavoro.

Il tema del 2023, “La salute mentale è un diritto umano universale”, ha posto al centro la necessità di riconoscere la salute mentale come parte integrante dei diritti umani fondamentali, invitando le istituzioni a garantire cure accessibili e dignitose per tutte e tutti.

Nel 2024, il focus si è spostato sull’ambiente lavorativo, con il tema “È tempo di dare priorità alla salute mentale sul lavoro”.

Questo argomento ha messo in luce come il contesto lavorativo possa influenzare profondamente il benessere psicologico delle persone, sottolineando l’importanza di ambienti inclusivi, sicuri e sostenibili.

Per il 2025, si prevede la prosecuzione di questo tema con una maggiore attenzione al ruolo delle comunità nel supporto alla salute mentale, evidenziando come la coesione sociale e le reti di sostegno siano fondamentali per prevenire l’isolamento e promuovere il benessere diffuso.

3. Importanza del tema “Salute mentale e lavoro”

3.1 Motivazioni

La salute mentale sul lavoro è diventata una questione centrale in ambito internazionale, tanto da essere inserita tra le priorità dell’OMS. Circa il 60% della popolazione mondiale è attiva nel mercato del lavoro, e il luogo di lavoro rappresenta quindi un contesto cruciale per la promozione del benessere o, al contrario, per lo sviluppo di disagio psicologico.

Un ambiente lavorativo positivo e stimolante può offrire un senso di realizzazione, appartenenza e stabilità. Tuttavia, quando mancano condizioni favorevoli, possono emergere situazioni di stress cronico, ansia, burnout e depressione.

Molti studi hanno dimostrato che la mancanza di supporto, la pressione eccessiva, la precarietà contrattuale, la discriminazione o l’assenza di riconoscimento sono fattori che compromettono seriamente la salute mentale delle lavoratrici e dei lavoratori.

Le conseguenze sono evidenti: calo della produttività, aumento delle assenze, elevato turnover e crescita dei costi per i sistemi sanitari. L’OMS stima che ansia e depressione causino ogni anno la perdita di oltre 12 miliardi di giornate lavorative, con un impatto economico globale significativo.

3.2 Messaggi principali

Per affrontare questi problemi, l’OMS propone una serie di strategie orientate alla prevenzione, al supporto e alla promozione della salute mentale nei contesti lavorativi.

Innanzitutto, è fondamentale riconoscere che il lavoro può essere sia una risorsa che un rischio per il benessere psicologico. Promuovere ambienti di lavoro inclusivi, in cui i lavoratori si sentano valorizzati e sostenuti, è essenziale per prevenire il disagio.

Tra le misure suggerite vi sono la formazione dei e delle dirigenti per individuare segnali di stress nei colleghi e nelle colleghe, l’introduzione di politiche di flessibilità lavorativa, la creazione di spazi di ascolto e confronto, e l’offerta di servizi di supporto psicologico.

Un altro aspetto cruciale è il contrasto allo stigma che ancora oggi circonda i disturbi mentali, spesso causa di emarginazione o mancata richiesta di aiuto.

La promozione di una cultura aziendale aperta al dialogo e alla comprensione può fare una grande differenza nel migliorare la qualità della vita lavorativa.

4. Impatto e partecipazione collettiva

La Giornata Mondiale della Salute Mentale rappresenta un’opportunità per coinvolgere attivamente l’intera società nella promozione del benessere psicologico.

A livello istituzionale, enti pubblici, organizzazioni sanitarie e governi collaborano per lanciare campagne di sensibilizzazione, promuovere l’accesso ai servizi e stimolare la ricerca.

Iniziative come la Special Initiative for Mental Health dell’OMS hanno come obiettivo l’estensione dei servizi di salute mentale a milioni di persone in tutto il mondo, specialmente nei contesti a basso reddito.

La partecipazione dal basso è altrettanto fondamentale. Scuole, università, aziende, associazioni e singoli cittadini organizzano eventi, workshop, conferenze, incontri di gruppo, attività artistiche e campagne online.

L’utilizzo di simboli come il nastro verde o hashtag tematici sui social media contribuisce ad aumentare la visibilità dell’evento e a normalizzare il dialogo sulla salute mentale.

In molti Paesi, la giornata è anche un’occasione per accendere i riflettori su temi ancora poco discussi, come il suicidio giovanile, i disturbi dell’umore negli anziani, o la salute mentale nelle comunità migranti. Questo approccio olistico permette di dare voce a realtà diverse e di costruire una rete di solidarietà che dura oltre il 10 ottobre.

5. Sfide attuali e prospettive future

Nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni, la salute mentale continua a essere oggetto di stigma, disinformazione e disuguaglianze.

In molti contesti, le persone che vivono con un disturbo psichico devono affrontare non solo la sofferenza individuale, ma anche l’esclusione sociale, la mancanza di servizi adeguati e il pregiudizio. L’accesso alle cure resta disomogeneo, con forti disparità tra Paesi e anche all’interno delle stesse nazioni.

La pandemia da COVID-19 ha aggravato ulteriormente questa situazione, aumentando i livelli di stress, ansia e depressione in tutte le fasce d’età. Ha però anche reso evidente l’importanza di integrare la salute mentale nei sistemi sanitari pubblici e di investire in prevenzione, formazione e sostegno psicologico.

L’OMS e le Nazioni Unite sollecitano i governi a considerare la salute mentale come una componente fondamentale della salute globale, da tutelare con politiche strutturali e risorse adeguate.

Per il futuro, la sfida sarà quella di costruire comunità più inclusive, capaci di accogliere la fragilità e di offrire risposte efficaci e tempestive.

Sarà fondamentale investire nella formazione degli operatori, nell’educazione alla salute mentale fin dalla scuola, e nello sviluppo di servizi di prossimità, capaci di intercettare il disagio prima che diventi patologia. Solo attraverso un impegno collettivo e coordinato sarà possibile realizzare il diritto universale alla salute mentale per tutte e tutti.

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